Il Murales del David e i suoi tre segreti

Ci siam cascati di nuovo” potremmo dire, parafrasando, la canzone “Me ne frego” di Achille Lauro. Ebbene sì, domenica 29 maggio 2023 complice il bel tempo, abbiamo colto l’occasione per fare un altro dei nostri #viaggettiscientifici. Stavolta siamo andati a vedere il murales del David dipinto sulle pareti di una più alte cave di marmo presenti nelle Apuane. Ci siete mai stati?  Seguiteci che vi ci portiamo!

Come raggiungere il murales del David

Siamo partiti a piedi, dal piccolo borgo apuano di Colonnata. Durante l’estate se venite con l’ auto ricordatevi che dovete lasciarla nel grande piazzale ai piedi del paese. L’unica strada carrabile che porta a Colonnata è – in questo periodo – a traffico interdetto per i non residenti. Noi abbiamo parcheggiato proprio qui e in 10 minuti facendo qualche tornante siamo saliti a piedi al borgo.

Mappa dei Sentieri per raggiungere il murales "David" di Kobra
Mappa dei Sentieri per raggiungere il murales “David” di Kobra

Una volta raggiunta Colonnata, prima della piazza principale abbiamo imboccato via Giardino. In prossimità del civico 13 abbiamo preso il sentiero 195 (il cartello non si nota benissimo, stateci attenti!). Fra piccoli guadi, qualche albero abbattuto e un oretta di salita nel fitto e fresco del bosco abbiamo raggiunto la cresta del Monte Tamburone. Qui è subito visibile sulla destra una grande croce bianca (“Croce di Gioia”). Dalla croce siamo arrivati in circa 10 minuti di cammino al murales del David, che si presenta enorme, subito sotto la cima del Monte Gioia

Il ritorno lo abbiamo fatto ripercorrendo il sentiero fino a Croce di Gioia. Qui abbiamo seguito le indicazioni per l’antico borgo di Vergheto (sentiero 195) e successivamente per Colonnata (sentiero 38), concludendo la nostra camminata in circa 3 ore. Se invece volete ripercorrere il sentiero da cui siamo arrivati ricordatevi che la discesa è parecchio ripida (e a tratti scivolosa). A proposito, portatevi acqua, cappellino, e occhiali da sole perchè in vetta il sole picchia ben bene e riflette sul bianco del marmo.

L’enorme murales

Arrivati sulla vetta del Monte Gioia, subito al di sotto vi è il murales. Il “David” disegnato da Eduardo Kobra è un murales multicolore dipinto sulla parete bianca di Cava Gualtero Corsi. È alto 12 metri, lungo 20 metri ed è stato realizzato per una serie TV intitolata “Muro” curata da David Diavù Vecchiato per Sky Arte HD.

Il David di Eduardo Kobra è un opera di street art strabiliante capace di unire il bianco candido del marmo apuano con i colori vivaci dell’artista sudamericano, un lavoro capace di connettere il passato dell’arte Rinascimentale con il presente della street art. E a noi di Enjoythescience questi connubi piacciono molto…tanto che nel nostro piccolo, con il nostro modo di divulgare , tentiamo spesso questi “sconfinamenti”.

Ma cosa raffigura il David?

La scultura ha in sè un alto valore civico. Essa si rifà al famoso episodio biblico e simboleggia la vittoria del debole e giusto contro il nemico empio. Il David di Michelangelo Buonarroti è colto nell’attimo in cui sta per scagliare il colpo decisivo (con la propria fionda) verso il nemico Golia. Non è un David vittorioso (spesso raffigurato mentre schiaccia la testa di Golia) bensì un David concentrato verso quel movimento che gli permettera di uccidere il tiranno. Michelangelo Buonarroti rende magistralmente questo cercando l’esattezza anatomica del gesto. Questa concentrazione del Davis è espressa dallo sguardo, dalla posizione della testa , dalla gamba sinistra appena sollevata da terra, dal busto lievemente piegato che fa si che il David assomigli a un atleta greco-romano. Un opera magistrale che come scrisse Vasari nel 1568

E veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche.

Giorgio Vasari, 1568

Ora se vi state chiedendo cosa c’entri un artista poliedrico come Michelangelo Buonarroti con la storia della scienza ed in particolare con la storia della medicina, continuate a seguirci. Vi racconteremo tre segreti che lo riguardano…

Il 1° Segreto: Michelangelo amava il “nudo”

Durante il Rinascimento avvenne una vera e propria fusione fra arte e scienza. Il nuovo approccio al corpo umano ispirò numerosi artisti dell’epoca fra cui Michelangelo Buonarroti che amava vedere “l’anatomia al di sotto le proprie opere“((Per ulteriori approfondimenti vedi: capitolo 6 – Il Laccio Emostatico in La Borsa del Medico di Francesco Adami, Hoepli 2022)). A Michelangelo piaceva essenzialmente disegnare l’anatomia esteriore ovvero il nudo . E amava carpire e ritrarre quei cambiamenti che avvengono sulla superficie del corpo quando esso si muove. Per questo desiderava avidamente conoscere come funzionassero e si contraessero i muscoli umani e dove i loro tendini si inserissero.

Proprio per questo motivo Michelangelo Buonarroti studiò a fondo l’anatomia umana, disegnando spesso figure di “scorticati” ed effettuando in prima persona diverse dissezioni. Egli infatti dissezionò in differenti periodi storici diversi cadaveri. Le sue erano dissezioni private ovvero dissezioni effettuate da lui medesimo per arricchire la sua conoscenza ed arte senza scopo didattico o auditorio pubblico.

Le dissezioni di Michelangelo

La prima di queste avvenne nel 1494 nel Convento di Santo Spirito a Firenze. Qui il priore lo aiutò a procurarsi alcuni cadaveri che poi il grande artista dissezionò con cura nel convento stesso. Per ringraziarlo di tale opportunità di studio, Michelangelo realizzerà per i religiosi del convento di Santo Spirito lo stupendo crocifisso ligneo.

Una seconda dissezione avverrà su un membro della potente famiglia dei Corsini. Non sappiamo bene dove si svolse, probabilmente in un locale sotterraneo di Firenze dove alcuni cadaveri erano stati posti dopo una feroce lite. La cosa suscitò parecchie proteste, specie da parte dei familiari della vittima ma il gonfaloniere di Firenze non agì mai contro l’artista, ben sapendo che Michelangelo aveva aperto quel cadavere solo “per acquistare nell’arte sua“.

La terza dissezione avvenne a Roma nel 1547 più precisamente nella chiesa di Sant’Agata (o in prossimità di essa). Qui Michelangelo dissezionò il “corpo morto d’un moro giovane bellissimo”((Vita di Michelagnolo Buonarroti, Ascanio Condivi, 1553)). Corpo procuratogli dal proprio medico personale: Realdo Colombo.

Il 2° Segreto: Il medico che gli procurava cadaveri

Il medico personale di Michelangelo Buonarroti era infatti il grande anatomista e scienziato cremonese Realdo Colombo. I due si conoscevano e si stimavano a vicenda, tanto che Colombo per i disegni del proprio atlante di anatomia pensò più volte al Buonarotti considerandolo “il primo fra tutti gli artisti”((Hillard, C. S., Michelangelo and Realdo Colombo: A Dialogue on Art and Anatomy)). Tuttavia la pubblicazione della sua opera il De Re Anatomica avvenuta a Venezia nel 1559 sarà senza tavole anatomiche.

La rivoluzione della circolazione

Realdo Colombo fu uno dei medici italiani i cui contributi scientifici in particolare lo fecero i suoi studi sulla circolazione rivoluzionarono l’intera anatomia umana. Egli dimostrò nel De Re Anatomica come il cuore umano avesse un setto interventricolare che non presentava nessun foro, neppure microscopico((Riguardo l’anatomia e la fisiologia cardiaco Realdo Colombo fece nel De Re Anatomica anche importanti considerazioni riguardo le fasi della diastole e della sistole)). Quello che può sembrare un semplice dettaglio, era in realtà un’affermazione dalla portata rivoluzionaria. Infatti la non permeabilità del setto al sangue sarà alla base della scoperta della circolazione sanguigna da parte di William Harvey nel De Motu Cordis del 1628. Colombo inoltre ipotizzerà l’esistenza di una doppia circolazione: polmonare e sistemica((Sebbene questa ipotesi di Realdo Colombo sia molto importante in quanto influenzò William Harvey, la scoperta della circolazione polmonare va attribuita all’anatomista spagnoloMiguel Serveto che la descrisse nell’opera Christianismi restitutio del 1553)). I suoi studi contribuiranno a mettere in crisi il sistema circolatorio messo a punto da Galeno ed utilizzato per secoli, crisi che verrà risolta dalle grandi scoperte di William Harvey.

Il 3° Segreto: il “Michelangelo” della Medicina

Non tutti sanno che il grande chimico Louis Pasteur fosse da ragazzo un eccellente pittore, talento probabilmente ereditato dal padre che lo era per professione. Quando nel 1831 frequenterà il College d’Arbois, il giovane Pasteur si interesserà particolarmente alla litografia e alla tecnica del pastello. Il suo mentore, l’artista Étienne-Charles Pointurier, lo chiamerà: “il mio piccolo Michelangelo”. Anche nei primi anni di carriera come chimico non lascerà mai la pittura tanto che nel 1863 verrà nominato tenutario della cattedra di geologia, di fisica e chimica applicata alla scuola della Belle Arti di Parigi. Nella sua camera privata, oggi nel percorso di visita del Museo Pasteur presente all’Istituto Pasteur sono affissi i ritratti dei genitori che egli fece in gioventù ed altri piccoli dipinti.

Una sorpresa inaspettata

Se poi avete tempo, oltre allo stupendo murales del David di cui vi abbiamo parlato sopra vi consigliamo di fare una piccola deviazione e vedere il piccolo oratorio della Madonna dell’ Addolorata. Sedetevi su quelle panche in silenzio. Fatevi parlare dalle linee dolci e candide della statua marmorea di Pia Cattani o dagli occhi del piccolo Franco, nella lapide all’ingresso. Un po’ come la celebre sequenza del film “L’attimo fuggente, la loro presenza ci parla. E ci racconta del tempo che va e che passa.

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