Nel 1818, il chimico francese Louis-Jacques Thenard (1777-1857) scoprì un nuovo composto studiando la reazione tra perossido di bario e acido cloridrico. Notò la formazione di una soluzione con un inaspettato rilascio di gas: si trattava di ossigeno. Le analisi rivelarono infatti un’alta concentrazione di ossigeno rispetto all’acqua comune, portando alla nascita del termine “acqua ossigenata”, scientificamente nota come perossido di idrogeno (H₂O₂).
Le prime applicazioni: dall’arte alla medicina
La prima applicazione dell’acqua ossigenata fu sviluppata dallo stesso Thenard e dal chimico e pittore Léonor Mérimée (1757-1836), che la usarono per rimuovere delle macchie brune da un disegno di Raffaello. Il composto trasformò il solfuro di piombo brunastro (dato dall’ossidazione agli agenti atmosferici del bianco piombo) in un ossido incolore. Successivamente l’acqua ossigenata venne usato nel nel blanchiment della carta. Tuttavia, il suo impiego su larga scala si affermò solo nel XX secolo con lo sviluppo industriale. Nel XIX secolo, la medicina iniziò a sfruttarne anche le proprietà antisettiche, in particolare utilizzandola per disinfettare ferite.
L’acqua ossigenata nell’industria moderna
Oggi il perossido di idrogeno è prodotto quasi esclusivamente attraverso il processo all’antrachinone, sviluppato da grandi industrie chimiche. Le sue principali applicazioni includono:
- Blanchiment ecologico: usato per sbiancare carta e tessuti, evitando l’uso di cloro.
- Trattamento ambientale: impiegato per purificare acque reflue, suoli e gas industriali.
- Disinfezione: ampiamente utilizzato in piscine e strutture sanitarie.
L’acqua ossigenata nella vita quotidiana e nella scienza
Nella vita di tutti i giorni, l’acqua ossigenata ha molteplici usi:
- Cosmetica: a concentrazioni del 5%, decolora i capelli e fissa le permanenti.
- Odontoiatria: usata nel blanchiment dentale.
- Medicina: disinfetta ferite, ma è controindicata per infezioni da batteri aerobi.
Inoltre in ambito forense, il composto è stato utilizzato per individuare tracce di sangue, poiché reagisce con l’emoglobina, rilasciando ossigeno.
Dai laboratori alle esplorazioni spaziali
Ad alte concentrazioni, l’acqua ossigenata funge invece da comburente per razzi e produzione di esplosivi. Negli anni ‘40, la Germania nazista la impiegò per alimentare i motori della bomba volante V-2. Oggi continua a essere studiata come propellente nei sistemi di lancio spaziale. Ciò ci dimostra come il perossido di idrogeno possa essere un perfetto esempio di come una scoperta scientifica possa evolversi, passando da un esperimento di laboratorio a un prodotto essenziale per industria, salute e tecnologia.
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