La Storia dell’MP3

L’MP3 è uno dei formati di audio digitale più conosciuti e utilizzati oggi che ha permesso la diffusione di milioni di canzoni in tutto il mondo. Ma dietro la sua nascita c’è una storia interessante che coinvolge un ristorante, una canzone e un professore tedesco.  Vediamo insieme il tutto più da vicino.

La nascita dell’MP3: il ruolo di Karlheinz Brandenburg

Nel 1990, il professore Karlheinz Brandenburg, dell’Università di Erlangen-Norimberga in Germania, stava lavorando alla sua tesi di dottorato. Il suo obiettivo era sviluppare un algoritmo che riducesse la dimensione dei file audio senza compromettere troppo la qualità. Il risultato di questo lavoro fu il formato MP3, che è l’estensione di MPEG-1 Audio Layer 3, uno degli standard di compressione video e audio creati dal Moving Picture Experts Group (MPEG).

Ma come funziona l’MP3 messo a punto da Brandenburg? La risposta sta nella compressione psicoacustica, un principio scientifico che sfrutta il modo in cui il nostro orecchio percepisce i suoni. La compressione psicoacustica consente di eliminare quei suoni che non siamo in grado di udire o percepire chiaramente, riducendo così la dimensione complessiva  del file. Ad esempio, suoni più deboli o frequenze simili a quelle di suoni più forti vengono eliminati, lasciando solo gli elementi che l’orecchio umano riconosce come “importanti”. Questo processo consente di ridurre il peso del file anche fino a 10 volte rispetto al formato audio originale.

Il ruolo fondamentale di Tom’s Diner

La canzone Tom’s Diner di Suzanne Vega gioca un ruolo fondamentale nella nascita dell’MP3. Nel 1990, durante i suoi esperimenti di compressione, Brandenburg si trovò di fronte a un problema: Tom’s Diner veniva utilizzato da molti audiofili come test per i loro impianti audio, poiché la voce di Suzanne Vega è molto chiara e definita. Quando Brandenburg provò a comprimere il brano con la prima versione del suo algoritmo, il risultato fu alquanto disastroso. La voce della cantante diventava distorta e ovattata, un chiaro segno che l’algoritmo necessitava di un totale ripensamento.

Brandenburg continuò a lavorare per mesi su quel brano, perfezionando l’algoritmo e cercando di mantenere intatte le sfumature vocali della canzone. Dopo centinaia di test, riuscì a ottenere una compressione che preservava (il più possibile)  la qualità del suono, pur riducendo drasticamente le dimensioni del file. Questo processo segnò la nascita dell’MP3 come lo conosciamo oggi.

L’MP3: la rivoluzione della musica digitale

Grazie all’MP3, l’ascolto di musica digitale divenne più accessibile. L’algoritmo di compressione permetteva di immagazzinare migliaia di canzoni in uno spazio ridotto, rendendo la musica facilmente fruibile sia su dispositivi portatili che attraverso lo streaming. L’MP3 ha anche aperto la strada alla distribuzione di musica via internet, consentendo la creazione di piattaforme di streaming musicale e il download di brani. Oggi, grazie alla compressione dell’MP3, possiamo ascoltare miliardi di canzoni su qualsiasi dispositivo elettronico. Anche se nel tempo poi la tecnologia che sta dietro ad esso si è evoluta, l’MP3 rimane una delle pietre miliari della musica digitale, che hanno cambiato il modo in cui viviamo l’esperienza di ascolto della musica.

E tutto quello che viene perso? Ebbene c’è una  curiosità interessante: il musicista Ryan Maguire ha creato un brano chiamato moDernisT, un anagramma di Tom’s Diner. Questo brano è composto dai suoni eliminati dalla compressione MP3 della canzone originale. Un esempio creativo di come la tecnologia di compressione possa essere utilizzata per esplorare nuove forme artistiche.

 

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