Nel febbraio 1997, la nave Tokyo Express, partita da Rotterdam e diretta verso New York, subì il danneggiamento di alcuni container a causa di un’onda alta 18 metri che la colpì al largo della Cornovaglia. Tra i carichi persi in mare, vi erano circa 4,8 milioni di pezzi LEGO. . Questi mattoncini colorati hanno vagato per l’oceano, divennere un caso emblematico di come la plastica, una volta dispersa nell’ambiente, possa persistere e contaminare per decenni gli ecosistemi marini.
Il fenomeno dei LEGO dispersi nell’oceano
Parte dei LEGO hanno cominciato a galleggiare e a raggiungere le coste del Regno Unito e di altre nazioni, diventando un simbolo della crescente emergenza dell’inquinamento plastico nei nostri oceani. Studi scientifici hanno confermato come alcuni di questi ritrovati sulle spiagge potrebbero aver viaggiato per più di 30 anni. Un vero e proprio “viaggio infinito” che continua ancora oggi.
L’inquinamento marino e la resistenza dei LEGO
Uno studio condotto nel 2020 ha analizzato diversi mattoncini LEGO ritrovati sulle spiagge per determinare la loro capacità di resistere negli ambienti marini. I ricercatori dell’Università di Plymouth hanno stimato come i mattoncini LEGO possano rimanere nell’oceano per un periodo che va dai 100 ai 1.300 anni, rilasciando microplastiche nel corso del tempo. Questo mette in evidenza quanto la plastica, possa essere un problema persistente per l’ambiente marino. Plastiche come l’ABS sono molto resistenti ma non biodegradabili e ciò contribuisce a un inquinamento a lungo termine degli ecosistemi.
Il rilascio di microplastiche nel mare
Anche se i mattoncini LEGO restano intatti, rilasciano nel lungo periodo microplastiche che entrano nella catena alimentare marina. Secondo studi recenti, oltre molte delle specie marine è contaminato nei propri tessuti da microplastiche. Questo fenomeno sta avendo un notevole impatto negativo sugli ecosistemi marini e sulla biodiversità, alterando gli habitat naturali e le abitudini alimentari di numerosi animali.
Come affrontare il problema dell’inquinamento da plastica
Il caso dei LEGO persi in mare ci offre un occasione di riflessione molto più estesa e importante: la plastica non è un materiale facilmente degradabile. Se non affrontato, l’inquinamento da plastica potrebbe persistere nell’ambiente per secoli. È fondamentale promuovere soluzioni come il riciclo avanzato, l’uso di materiali biodegradabili e la riduzione della plastica stessa per evitare che l’inquinamento marino continui ad aumentare. La sensibilizzazione sulla questione e l’adozione di politiche ambientali efficaci sono essenziali per proteggere i nostri oceani.
🙂 Amiche e amici di Enjoythescience.eu, le immagini qui sopra ⬆️ provengono direttamente dai post presenti sulla nostra pagina Instagram (@enjoythescience.eu). Siamo felici di condividerle anche qui!
💡 PS: Se invece cercate qualcosa qui sul sito, digitate la vostra parola sulla lente a destra nella Home.
Buona lettura!