Che Storia la Penna a Sfera!

Curiosamente anche la comune e semplice penna a sfera condivide con lo stetoscopio due importanti e inaspettate caratteristiche della sua storia: quella di essere stata una delle più interessanti e geniali scoperte che hanno cambiato il XX secolo e quella di essere anch’essa nata da un gioco.

L’arte di saper osservare

L’intuizione che infatti ha portato alla sua costruzione è stata il frutto della curiosità e del genio di un giornalista ungherese dai più molteplici e variegati interessi. Esperto ipnotizzatore e pilota amatoriale d’auto, novello pittore di dipinti surrealisti ed agente di borsa, tutto questo e molto è stato László József Bíró.

László Bíró (Public domain – Wikimedia)

Egli, nel breve tragitto che separava la propria dimora dalla sede del giornale in cui lavorava, osservando il gioco di alcuni bambini in strada notò come una biglia di vetro rotolando fuori da una pozzanghera di acqua piovana lasciasse dietro di sé una stria d’acqua. Nella inquieta mente di Bíró, quella biglia colorata che rotolava sul terreno si trasformò nella punta di una futuristica penna e quella scia d’acqua in una “scia di inchiostro” su un foglio di carta. Inchiostro che immaginava provenire per gravità da un serbatoio posto proprio al di sopra del corpo della penna stessa. In breve, era nata nella propria mente, la penna a sfera.

In fuga dall’Europa

Nel giugno 1938 in collaborazione con il proprio fratello György, di cui sfruttò le capacità di abile chimico, realizzò un inchiostro in grado di combinare due particolari proprietà dei fluidi come la viscosità e la fluidità. Grazie ad esso i due realizzarono in breve tempo il primo prototipo di penna a sfera. L’oggetto era a dir poco eccezionale. Delle stesse dimensioni di una matita combinava la versatilità e la non cancellabilità dell’inchiostro tipico delle penne. I tempi in cui avvenne la loro invenzione non erano tuttavia dei migliori. Le condizioni politiche nell’ Europa Orientale stretta dalla morsa nazista si stavano rapidamente deteriorando e per la famiglia Bíró, di origine ebraica, ogni giorno in patria era sempre più difficile da vivere tanto che presto venne presa la difficile e dolorosa decisione di espatriare da un paese che iniziava come molti altri a perseguitare gli ebrei. Partiti, dopo un primo e temporaneo trasferimento a Parigi, essi decisero per avere maggiore sicurezza di trasferirsi definitivamente al di là dell’Atlantico approdando nel 1940 a Buenos Aires in Argentina. L’idea che avevano in mente tuttavia non era svanita: fare la storia (della penna a sfera)!

Migliaia di penne a sfera che volano.

Qui, László assieme al fratello György e al proprio amico Juan Jorge Meyne fondarono la società di penne chiamata Biro-Meyne-Biro e la storia della penna sfera fece un ulteriore passo in avanti. Il 17 giugno 1943 depositarono negli Stati Uniti il brevetto della penna da loro realizzata e successivamente grazie all’incontro con l’uomo d’affari inglese Henry Martin, fin da subito acceso entusiasta dell’oggetto, riuscirono a vendere la licenza di produzione per migliaia di penne al Ministero per la Guerra britannico. In Inghilterra, in quegli anni furono prodotte più di 30 mila copie della penna concepita da Bíró e i primi ad averla in dotazione furono proprio i piloti della RAF che la poterono utilizzare durante i loro voli ad alta quota, là dove l’ossigeno scarseggia, al posto della meno funzionale, penna stilografica. Finita la guerra, Bíró decise di aprirsi a nuovi mercati e di vendere la propria penna a sfera al pubblico generale, nacque così la Birome (il cui nome deriva rispettivamente dalle iniziali dei cognomi dei due amici in affari: Bíró e Meyne) che si rivelò ahimè essere per gli alti costi di produzione un oggetto relativamente costoso e destinato alla vendita solo alle élite.

Pubblicità della prima penna a sfera commerciale: la “Birome”. (rivista “Leoplán”, 1945)

Una nuova filosofia per la storia della penna a sfera.

Fu il produttore francese di penne stilografiche Marcel Bich, che dopo aver visto utilizzare un esemplare di Birome da un suo fornitore, ad intuire immediatamente il potenziale commerciale del prodotto messo a punto dai fratelli Bíró. L’intuizione fu così forte, da lasciare immediatamente la Francia per cercare di incontrare il prima possibile in Argentina il suo inventore. Nella testa di Bich c’era già la formula del futuro successo: “realizzare il prodotto perfetto, a un prezzo così basso che tutti potessero comprarlo”. Nel 1948, acquistato il brevetto della penna a sfera da László József Bíró, si applicò nell’impresa. Dopo due lunghi anni di lavoro, Bich perfezionò notevolmente la penna disegnata in precedenza da Bíró e alla fine del 1950 la nuova penna a sfera divenne pronta per essere lanciata sul mercato. Costituita da un corpo di plastica trasparente di forma esagonale, che faceva che non potesse scivolare dai banchi di scuola allora inclinati e che rendeva possibile vedere la quantità di inchiostro rimanente, la Bic Cristal era una penna dal costo estremamente contenuto, ed è superfluo dire che in breve tempo essa divenne uno dei prodotti più venduti dalla fabbrica francese, che da allora fece della filosofia “usa e getta” una delle sue principali caratteristiche. Essa fu un oggetto che fece la storia della penna a sfera.

BIC-Cristal (Science Museum Group Collection)

I motivi di un successo globale.

Nel 1954, dopo soli 3 anni di produzione, la Bic Cristal si impose sui mercati come la penna più venduta al mondo, con oltre 40 milioni di copie vendute al tempo (oggi si stimano che ne siano state prodotte e vendute oltre 100 miliardi). Ma perché essa divenne un’invenzione così di successo, tale da diffondersi globalmente? Uno dei motivi si trova nel fatto che essa è stata una creazione capace agevolare la scrittura, che prima del suo avvento, era ottenuta con oggetti decisamente più delicati. fragili come una penna stilografica, dei pennini o della penna d’oca. Essi, inoltre erano caratterizzati da imprecisione del tratto e dalla necessità di avere con sé anche calamaio e carta assorbente, un utilizzo che spesso portava a macchie di inchiostro sul foglio, sulle mani, sui vestiti (nei casi più fortunati).

In viaggio fino sulla Luna.

La penna a sfera di Marcel Bic era per tutti questi aspetti uno strumento decisamente migliore. Con essa si poteva addirittura scrivere in viaggio, in qualsiasi condizione e ambiente incluso… l’assenza di gravità tanto che alcuni modelli furono addirittura utilizzati all’ interno di un veicolo spaziale. In un mondo, come quello degli anni Sessanta che stava trasformandosi diventando sempre più veloce, più mobile e più interconnesso, la penna biro come lo stetoscopio in medicina, era l’invenzione giusta per far compiere all’umanità un ulteriore passo in avanti.

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