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HomeHumanitiesArteI Mocassini Cerimoniali Omaha e Giovanni Capellini

I Mocassini Cerimoniali Omaha e Giovanni Capellini

18/03/202309/07/2024enjoythescience.euArte / Medicina / Storia & Archeologia

Nel 1863, durante la spedizione scientifica in Nord-America del geologo spezzino Giovanni Capellini, furono riportati vari manufatti, tra cui diverse paia di mocassini cerimoniali Omaha1 . Questi oggetti, nella loro essenzialità, offrono uno sguardo profondo su un popolo legato strettamente alla natura. 

Il Contesto Storico e il Viaggio di Capellini

In quel periodo, l’America era nel pieno della Guerra Civile,  Giovanni Capellini, un giovane paleontologo ligure, intraprese un viaggio che lo portò ad attraversare i vasti territori del Nord-America. La sua avventura, documentata nel libro “Ricordi di un viaggio scientifico nell’America Settentrionale” del 1863, lo vide attraversare il Canada, il Michigan, l’Illinois, l’Iowa e infine il Nebraska.

L’Incontro con le Tribù Ponca e Omaha

Nel Nebraska, a Blackbird, Capellini incontrò le tribù Ponca e Omaha, entrambe parte della grande famiglia dei Sioux. Gli indiani delle Grandi Pianure erano già ben noti in Europa, grazie alle descrizioni dettagliate del pittore George Catlin e del naturalista Maximilian zu Wied-Neuwied, che avevano esplorato queste terre quasi trent’anni prima dell’arrivo di Capellini.

Ritratto di Giovanni Capellini (Archivio storico dell’Accademia delle Scienze,1900 – Public Domain)

Amicizia e Reperti

Capellini, durante il suo soggiorno a Blackbird, instaurò un profondo legame con Francis, il figlio del capo Omaha Joseph La Flesche, e con Mary Gale, la moglie del capo. Questa amicizia gli permise di ricevere in dono molti reperti, oggi esposti al Museo Etnografico “Giovanni Podenzana“ della Spezia. Questi oggetti sono di grande valore storico, poiché gli Omaha, all’epoca dell’incontro, non erano ancora confinati nelle riserve del Nebraska Orientale.

Trattati e Assimilazione

I primi trattati di cessione delle terre Omaha al governo statunitense risalgono al 18542 . Seguirono altri trattati, come quello del 18653 e quello definitivo del 18824, che ridimensionarono significativamente la loro riserva. Questi accordi, pur difficili, permisero la sopravvivenza fisica e culturale degli Omaha, ottenuta attraverso l’integrazione e l’assimilazione a stili di vita più occidentali.

Reperti e Testimonianze

I reperti raccolti da Capellini, sebbene esigui (13 in totale), sono testimonianze cruciali del periodo di transizione tra il mondo tradizionale degli Omaha e la realtà della riserva. Nonostante la loro quantità limitata, questi oggetti offrono uno spaccato significativo delle difficoltà affrontate dagli Omaha nell’adattarsi alle nuove circostanze imposte dagli insediamenti bianchi.

L’indiano […] guarda al futuro e vede che la sua sola possibilità è quella di trasformarsi nell’uomo bianco.

La Flesche, capo indiano Omaha

La Pelle dei Mocassini

I mocassini cerimoniali sono realizzati con pelle di bisonte e cervo, materiali spesso riutilizzati da altri oggetti, come le sacche parfleche. Questi mocassini sono riccamente decorati con motivi a perline, a differenza di quelli quotidiani, privi di decorazioni. Gli Omaha, noti per i loro mocassini chiamati hin-be, si distinguevano per la forma della suola, le decorazioni e i rinforzi nella zona del tallone5 .

Le Impronte dei Mocassini

Una cosa particolarmente interessante era che le impronte lasciate dai mocassini permettevano di identificare la tribù di appartenenza. Gli Omaha e i Ponca lasciavano impronte con la punta dei piedi dritta6, mentre altre tribù, come i Dakota e i Winnebago, mostravano variazioni significative nelle impronte, influenzate dalle pratiche di immobilizzazione dei piedi dei bambini nella culla7.

Tradizionale culla portatile (Edward S. Curtis – The North American Indian, inizio secolo XXI – Public Domain)

Decorazioni e Materiali

I mocassini cerimoniali8 presentavano decorazioni elaborate, tra cui boccioli, calici e forme geometriche, spesso rappresentanti simboli culturali come la stella o le Quattro Direzioni. Le perline di vetro9, introdotte intorno al 1840 e provenienti dalla Boemia che nell’area di Venezia-Murano (dove le fabbriche vetraie ora riuscivano a produrle in grandi quantità).10 , sostituirono rapidamente altri materiali decorativi come conchiglie e aculei di porcospino e penne di tacchino.

L’Impatto del Contatto con gli Euroamericani

Il contatto con gli euroamericani influenzò anche la colorazione dei mocassini, che passò dall’uso di coloranti naturali derivati da erbe (presenti nel florido ambiente delle Great Plains) a quelli artificiali venduti dai commercianti. I colori più diffusi erano il giallo, il rosso e il nero. 

Gli Omaha Oggi

Oggi, gli Omaha vivono in una riserva tra Iowa e Nebraska. Sono circa 5.000 persone su 795 chilometri quadrati, una minima parte rispetto al territorio originario. La discrepanza territoriale, già annotata da Capellini nel suo diario di viaggio, riflette l’”ingordigia di territorio” da parte dei colonizzatori.

  1. Rosanna Piccioli, I figli del vento : gli indiani delle praterie nelle collezioni ottocentesche [↩]
  2. Treaty with the Omaha, 1854 [↩]
  3. Treaty between the United States of America and the Omaha Tribe of Indians [↩]
  4. Agreement with the Omaha Tribe [↩]
  5. È bene sottolineare come non tutti i nativi americani portino mocassini. I nativi delle Grandi Pianure, visitati da Capellini, li fabbricano e li indossano [↩]
  6. James Owen Dorsey, Omaha Clothing and Personal Ornaments, American Anthropologist 3(1): 71-77 [↩]
  7. Le impronte dei Dakota mostravano punte dei piedi leggermente piegate all’interno e quelle dei Winnebago mostravano invece la tipica impronta di “pigeon toed feet” ovvero piedi marcatamente rivolti verso l’interno.Quasi all’opposto si mostravano invece le impronte dei Pawnee in cui il piede era rivolto verso l’esterno. Questo differenze dipendevano da come le madri immobilizzassero i bambini e i loro piedi all’interno della culla (swaddling). Allo scopo, si utilizzavano una serie di fasce e piccoli pezzetti di legno che spesso veniva interposto fra le gambe. [↩]
  8. Sia mocassini cerimoniali che quelli quotidiani avevano un rivestimento interno. Presentavano un imbottitura  (hin-bégá-win-ghe) di pelo di bisonte (solitamente si usavano i peli della testa) o di erba (red grass). I piedi venivano così fasciati da queste due materiali che si rivelavano estremamente validi anche in condizioni di elevata umidità. Solo dopo diversi incontri con i commercianti americani e europei, i nativi americani inizieranno ad utilizzare calze e calzini di stoffa. [↩]
  9. Le minuscole perline di vetro (di tipo “a semenza“) sostituiranno rapidamente altri tipi di materiale da decorazione. La facilità della loro applicabilità farà sì che saranno utilizzate per la produzione di abiti, copricapi e accessori. Nel primo periodo della loro diffusione saranno perline di vetro color bianco, color blu o color nero; più facili ed economiche da fabbricare. Successivamente verranno utilizzate anche quelle di color rosso o giallo che richiedevano una maggiore spesa in termini di colorante. Si pensi tuttavia che l’utilizzo di perline in vetro risale ad epoche ben più antiche, si stima che esse siano state uno dei primi materiali ad arrivare in America, ancor prima della scoperta del continente da parte europea fatta da Cristoforo Colombo ((Kunz, M., & Mills, R. A Precolumbian Presence of Venetian Glass Trade Beads in Arctic Alaska. American Antiquity, 86(2), 395-412. 2021 [↩]
  10. Karlis Karklins, Roderick Sprague,Glass Trade Beads in North America: An Annotated Bibliography, Historical Archaeology, Vol. 6 (1972) [↩]
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