I resti di San Luca

Nell’Abbazia di Santa Giustina a Padova si conservano i presunti resti di San Luca, l’evangelista medico autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli. Il corpo, privo del cranio, è custodito in un’arca marmorea collocata nel transetto sinistro della basilica. La frase chiave “resti di San Luca” è al centro di un’indagine che intreccia storia, fede e metodo scientifico.

Un corpo senza testa

Nel 1354 l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo fece trasferire il cranio di San Luca a Praga, dove ancora oggi è venerato nella cattedrale di San Vito. Il corpo, però, rimase a Padova. Nel 2000 un’équipe interdisciplinare ha eseguito uno studio comparato tra il cranio praghese e lo scheletro padovano: le strutture combaciano anatomicamente alla base del cranio, con perfetto incastro sull’atlante, confermando che si tratta con altissima probabilità dello stesso individuo.

Le analisi antropologiche e paleopatologiche

Il resti di San Luca analizzati a Padova appartengono a un uomo di sesso maschile, morto in età avanzata (tra i 70 e gli 85 anni), con un’altezza stimata di circa 163 cm. Le ossa mostrano segni di grave osteoporosi, artrosi lombare deformante e enfisema toracico: patologie compatibili con una vita sedentaria ma intellettualmente attiva, coerente con la figura di un medico e scrittore del I secolo.

Archeologia e materiali di contorno

La cassa di piombo che contiene i resti di San Luca è stata aperta nel settembre 1998. Al suo interno sono stati trovati frammenti vegetali, conchiglie, perline, ossa di serpente, tessuti e pollini. Le analisi botaniche indicano una provenienza orientale coerente con le rotte da Costantinopoli a Padova. La cura nella conservazione delle ossa suggerisce una venerazione antica e continua.

Dall’Oriente all’Italia: una traslazione discussa

Le fonti storiche sono molteplici e discordanti. Alcuni testi attribuiscono la traslazione del corpo all’epoca dell’imperatore Giuliano l’Apostata (361 d.C.), altri la datano all’VIII secolo, durante la persecuzione iconoclasta. I resti di San Lucasarebbero giunti a Padova assieme a quelli di San Mattia, trovando dimora definitiva nel monastero benedettino già prima dell’anno Mille.

Un culto duraturo tra medicina, arte e fede

San Luca non era uno dei dodici apostoli, ma viene ricordato da San Paolo come “carissimo medico”. È per questo che i medici lo hanno eletto loro patrono. Ma un’antica tradizione lo vuole anche pittore del volto della Madonna, e da secoli è venerato anche come protettore degli artisti. L’intersezione tra la sua figura storica e l’iconografia cristiana ne ha fatto un santo universale. I resti di San Luca non sono soltanto oggetto di devozione, ma anche di studio scientifico: un caso emblematico di come la ricerca interdisciplinare possa arricchire la comprensione storica, culturale e antropologica di un culto millenario.

 

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