Chi l’avrebbe mai detto? In una ex cava di marmo delle Alpi Apuane vive oggi il tritone alpestre apuano, una sottospecie endemica e protetta che ha trovato casa in un ecosistema unico, formatosi per caso, ma oggi al centro di un virtuoso progetto di simbiosi tra uomo e natura.
Il tritone alpestre apuano
Il tritone alpestre apuano (Ichthyosaura alpestris apuana) è un anfibio caudato che predilige ambienti umidi e freschi, spesso montani. Endemico delle Alpi Apuane, questa sottospecie raggiunge i 10-12 cm di lunghezza e si distingue per la colorazione vivace del ventre, utile ai ricercatori per l’identificazione fotografica degli individui. Il tritone è un bioindicatore di ambienti puliti e stabili: la sua presenza segnala un habitat sano. Durante la stagione riproduttiva, da maggio a giugno, i ricercatori impiegano trappole galleggianti e trappole Ortmann per catturare gli esemplari, misurarli, fotografarli e rilasciarli. Tutti i dati raccolti confluiscono in un database per monitorare la popolazione e l’evoluzione della biodiversità locale.
Cava Valsora: da industria a rifugio naturale per il tritone alpestre apuano
La Cava Valsora, situata nel cuore delle Alpi Apuane (Toscana), fu attiva dal secondo dopoguerra, con un metodo di estrazione a pozzo. Col tempo, il pozzo si è trasformato in un anfiteatro naturale, oggi occupato da un lago cristallino di circa 60 x 30 metri, nato dall’accumulo di acque piovane. La polvere di marmo residua, detta marmettola, ha sigillato le pareti rocciose, rendendo il lago perenne e ideale per gli anfibi.Dal 2016, grazie al progetto Symbiosis, l’estrazione del marmo convive con la tutela della biodiversità: lo scavo avviene ora in galleria, con tecnologie moderne come segatrici a catena su cingoli che operano a secco. Il residuo non è liquido ma secco e viene aspirato e insaccato, senza inquinare l’ambiente. Le pavimentazioni sono sigillate e le acque piovane vengono raccolte in apposite vasche di decantazione.
La firma ecologica della Chara virgata
Sul fondo del biolago vive un altro protagonista silenzioso: Chara virgata, un’alga comparsa oltre 500 milioni di anni fa. La sua presenza è un segnale di acque oligotrofiche, cioè povere di nutrienti, limpide e stabili. Rarissima in Italia, cresce solo in ambienti selezionati: il biolago di Cava Valsora è uno di questi.
Un’esperienza di scienza e meraviglia
Noi di Enjoy the Science abbiamo avuto il privilegio di visitare la cava grazie a una visita guidata speciale (grazie Giovanni!). Tra biologia, geologia e sostenibilità, Cava Valsora è la prova che anche un sito industriale può trasformarsi in un’oasi per specie rare e in un laboratorio a cielo aperto per la ricerca scientifica.
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