William Carlos Williams, medico e poeta

Il 21 marzo si celebra la Giornata Mondiale della Poesia, una ricorrenza che sottolinea l’importanza della poesia come forma d’arte capace di abbellire l’animo umano. Noi di @Enjoythescience.eu vogliamo ricordare oggi William Carlos Williams, un poeta straordinario il cui contributo va oltre la semplice scrittura.

Pediatra e poeta

William Carlos Williams non era solo un poeta, ma anche un medico, specificamente un pediatra, che esercitò nella cittadina di Rutherford, New Jersey. La sua doppia vocazione di poeta e medico lo portava spesso a scrivere durante le ore notturne, momento in cui trovava calma e ispirazione per comporre nuovi versi. Una delle sue opere più evocative è “The Mental Hospital Garden” (Il Giardino dell’Ospedale Psichiatrico), dove le sue parole riflettono la delicatezza e l’attenzione che riservava ai suoi pazienti.

Williams fu amico di due grandi figure della letteratura del XX secolo: Ezra Pound e Allen Ginsberg. Ginsberg, una delle figure di spicco della Beat Generation, lo considerava un  vero e proprio padre spirituale. Questa relazione si manifesta in modo evidente quando Ginsberg chiese a Williams di scrivere l’introduzione del suo poema più famoso, “L’Urlo” (The Howl). Nonostante il carattere psichedelico e sofferto del poema, Williams riuscì a scrivere un’introduzione piena di delicatezza, di luce e di vita, dimostrando la sua profonda comprensione e il suo rispetto per quell’amore umano che spesso si trasformava nel dolore.

Una visione gentile

Un esempio della sua visione del mondo si trova nelle sue parole:

“Dite quello che volete […] nonostante le più avvilenti esperienze offerte dalla vita all’uomo, lo spirito dell’amore sopravvive per nobilitare la nostra esistenza se abbiamo lo spirito, il coraggio, la fede – e l’arte! – di resistere.”

Queste parole, piene di speranza e fede nell’amore, ci parlano così tanto della visione poetica di Williams.

Un giorno di primavera

Williams morì il 4 marzo 1963, e un amico poeticamente lo ricordò così:

“Sono contento / che tu sia morto / il mese / in cui viene primavera.”

Oggi, il 21 marzo, il giorno dell’equinozio e della poesia, è il momento perfetto per ricordare William Carlos Williams e il suo straordinario contributo alla poesia e alla medicina. La sua eredità continua a vivere, illuminando il mondo con la sua arte e il suo amore per l’umanità.

PS: Dell’ “Urlo” di Ginsberg, qui in Italia, consapevolmente o meno, conosciamo tutti alcune parole. Infatti, se scriviamo “ho visto la gente della mia età andare via lungo le strade che non portano mai a niente,” tutti pensiamo immediatamente alla canzone di Francesco Guccini: “Dio è morto.” Questa canzone, infatti, si ispira proprio alla grande poesia di Ginsberg. Francesco Guccini la scrisse a 25 anni, nella turbolenta metà degli anni ’60. Per i suoi contenuti, fu censurata dalla RAI e l’unica emittente a trasmetterla fu la Radio Vaticana.

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