L’Ospitale Medievale perso nel Bosco

Domenica 21 maggio, siamo andati a visitare l’Ospitale Medievale di San Nicolao di Pietra Colice che in breve abbiamo ribattezzato: “l’ospedale perso nel bosco“. I resti di questo antico ospitale medievale del XIII-XVI sec. si trovano nel Levante Ligure più precisamente nel territorio di Castiglione Chiavarese. Per raggiungerlo abbiamo fatto una breve camminata di circa 3 ore (A/R) in posti a dir poco stupendi! La partenza è stata in vicinanza del Hotel Baracchino (località Baracca, 590m) dove inizia il sentiero – che segnalato con una croce rossa – conduce direttamente all’ospitale medievale. Dopo esserci fermati nel sito archeologico abbiamo poi prolungato il percorso per terminarlo verso la vicina Cima Stronzi.

Il panorama che si vede da Cima Stronzi. Al centro, vicino al mare vi è Moneglia.

Dove si trova l’ ospitale medievale?

I suoi resti si trovano in vicinanza del Passo del Bracco in una linea ideale che congiunge il borgo marinaro di Moneglia al Santuario della Velva. Oggi, questi resti si trovano all’interno di un lussureggiante bosco di castagni frequentato da escursionisti, amanti della natura e bikers ma nel passato questa struttura era posta su un importante snodo viario. Asse viario che fu ininterrottamente utilizzato nei secoli finchè non venne costruita l’ampia strada carrabile del Passo del Bracco che si scorre qualche centinaia di metri al di sotto. 

Il verdissimo bosco di castagni in prossimità del sito archeologico di San Nicolao

Chi frequentava questo ospitale nel Medioevo?

Questo ospitale serviva come ricovero e dormitorio per viandanti e pellegrini. Nelle sue tre ampie sale gli ospiti venivano accolti. Qui, dormivano su giacigli coperti da paglia la quale veniva posta su un pavimento costituitodi terra battuta.

Come era fatto?

L’ospitale aveva una pianta quadrangolare (si nota dalla presenza dei muri perimetrali ad est, ovest e a nord) ed era diviso in tre ampi locali (la suddivisione è ancora oggi visibile). Il tetto era in legno e la sua copertura di calcare argilloso. La fase costruttiva dell’ Ospitale risale al XIV secolo. Notizie storiche ci dicono che fu progressivamente abbandonato e che il tetto crollò cento anni più tardi, nel XV secolo. Tuttavia il luogo fu ancora utilizzato come bivacco e per il recupero di materiale da costruzione.

Veduta dell’Ospitale di San Nicolao, con le sue tre stanze ben visibili

Quando è stato scoperto?

Il sito è stato scoperto dall’archeologo ligure Leopoldo Cimaschi negli anni ’50 (dal 1956 al 1958). Cimaschi scoprì la Chiesa di S. Nicolao, adiacente proprio all’ospitale.  Successivamente, nel 2001 la Sezione Tigullia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, in collaborazione con la Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Genova e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria hanno ampliato e successivamente musealizzato il sito.

Veduta del sito archeologico di San Nicolao

Chi lo fece costruire?

Furono i Conti di Lavagna. Nel 1256 fu poi la Chiesa di S. Salvatore di Cogorno a gestire questo complesso. Mentre l’ospitale andava in crisi nel XVI secolo, la Chiesa adiacente rimase ancora attiva per diverso tempo e questo lo testimoniano le stesse sepolture che sono postecedenti la caduta in disuso dell’ospitale stesso.

Perchè si costruivano hospitali?

Gli spedali o hospitali (anche detti xenodochi, etimologicamente “luogo per ricevere i forestieri”) nascono in età medievale per prendersi cura inizialmente di viandanti e pellegrini che cercavano un pasto caldo e un luogo dove poter dormire nel tragitto verso i luoghi sacri della cristianità. Successivamente queste strutture, animate dal principio della carità cristiana, si occuperanno anche della cura dei poveri e degli ammalati. La storia dell’accoglienza è comunque molto antica, si pensi che già dal V secolo parte del bilancio dell’autorità ecclesiastica locale doveva essere stanziato per la realizzazione e il mantenimento di strutture assistenziali. Attorno agli spedali saranno istituiti anche gli ordini ospitalieri che avranno il compito di prendersi cura degli stessi ammalati.

Qualcuno è morto qui

Sono state scoperte vicino all’ ospitale e alla chiesa di S. Nicolao 30 inumazioni in fossa terragna. Esse sono di persone morte fra il  XIII e il XV secolo. Le sepolture si presentavano di fronte all’accesso e all’interno della stessa Chiesa di S. Nicolao. Erano presubibilmente di uomini e donne che avevevano vissuto nel complesso ospedaliero e religioso. Non si esclude che vi siano stati anche viandanti((Si pensa a viandanti e non pellegrini perchè non sono stati trovati i tipici segni del pellegrino quali conchiglie tipo Pecten etc)) morti durante il viaggio e che qui hanno trovato sepoltura sotto la protezione di San Nicolao.  

Area sepolcrale all’esterno della Chiesa di S. Nicolao

Due morti inquietanti

Particolare è la sepoltura di tre persone in un unica fossa (una donna adulta, un sub-adolescente, un bambino di tre anni e un feto) i cui studi paleopatologici hanno mostrato essere positivi al batterio della peste (Yersinia pestis) e quindi probabilmente morti di essa. Questa sepoltura è anche un raro caso di coffin-birth: perchè la donna deceduta era gravida (38°-40° settimana) e la sua morte è avvenuta prima della nascita del bambino, che infatti verrà ritrovato ancora presente nel bacino della madre, in posizione cefalica. Un altra sepoltura particolare riguarda un individuo, sepolto completamente vestito e in pieno rigor mortis (ovvero entro 36h dal decesso) con numerose ferite da arma da taglio sul proprio corpo probabilmente vittima di omicidio e rapina da parte di briganti che infestavano il Passo del Bracco. Da questa morte è stato scritto a 4 mani (una delle due è quella dell’archeologo scopritore Dr. Fabrizio Benente) un romanzo intitolato “Malamorte a San Nicolao“.

Con il capo verso est

La gran parte di queste trenta inumazioni presenta il classico orientamento del capo rivolto verso est al fine di vedere il sorgere del sole. Per la spiritualità medievale il cammino verso est, simboleggiava il passaggio dal mondo terreno al mondo celeste. 

Non solo Medioevo

Questo sito non ha avuto una frequentazione nel Medioevo bensì anche in età precedente ovvero preistorica, per la precisione fra il 2.500 e il 3.000 a.C. Si sono trovati allineamenti di pietre, buche di pali (che suggeriscono la presenza di una capanna) e fosse di combustione. La fossa di combustione (una specie di forno dell’epoca)) era usata sia per uso culinario (cuoce, affumicare o essicare grandi parti di animali ), tostare cereali ma anche cuocere vasi, che in questo sito si sono rivelati essere particolari.

L’enigma dei vasi

Si, in effetti i resti dei vasi trovati appartiene al genere dei vasi campaniformi. Questi vasi sono stati trovati in numerose parti della penisola fra cui . Questi vasi si pensa vennero usati alla fine del Neolitico per far fermentare le prime birre o i primi succhi di mela (idromele). Per tutto questo, una passeggiata qua vale sicuramente la pena.

Per foto e video dell’ospitale: https://www.instagram.com/p/CstMuZosP-V/

Per approfondire:

  • F. BENENTE, San Nicolao di Pietra Colice. Introduzione allo scavo e all’area archeologica, Chiavari 2008.
  • N. CAMPANA. MANFREDI, G. MARTINO, Indagini archeologiche a San Nicolao di Pietra Colice (Castiglione Chiavarese – Ge). L’insediamento preistorico, in «Archeologia in Liguria», n.s., Vol. VI, 2014-2015, pp. 222-226.
  • F. BENENTE, San Nicolao di Pietra Colice: storia e archeologia di un ospedale “di passo” della Liguria orientale, in «Compostella», 2017, p. 47-55.
  • F. BENENTE, M. DENTONE, Mala morte a San Nicolao. Indagine ar- cheologica e racconto di un omicidio medievale, Oltre Edizioni, 2019.
  • D. CESANA, O.J. BENEDICTOW, R. BIANUCCI, The origin and early spread of the Black Death in Italy: first evidence of plague victims from 14th-century Liguria (northern Italy), «Anthropological Scien- ce», 125 (2017), 1, p. 15-24.

Condividilo!