Il Mito di Medusa

Il Mito di Medusa è una delle leggende più affascinanti presenti nella mitologia greca. La sua figura, con i capelli formati da un groviglio di serpenti e lo sguardo fatto di gemme che pietrifica chiunque la guardi, ha suscitato per millenni interesse e paura . Ma oltre al suo impatto nella mitologia, il Mito di Medusa ha lasciato – forse inaspettatamente – un segno profondo nella scienza, nella medicina, nella filosofia e nell’arte. Rendendola a noi in qualche modo moderna. Scopriamo insieme come.

In foto, la magnifica “Medusa” in malachite di Damien Hirst creata dall’artista nel 2008. L’abbiamo potuta ammirare a Galleria Borghese (Roma) nell’Ottobre 2021.

Chi era Medusa?

Medusa era una creatura mitologica con ali dorate, occhi che brillavano come gemme e capelli formati da un groviglio di serpenti. Era ambivalente, tanto mostruosa quanto bella, essendo per definizione la donna più bella di tutte. Per punirla dell’atto amoroso con Poseidone avvenuto all’interno del tempio, Atena la trasformò in un mostro terrificante alla vista, tanto che chiunque osasse guardarla veniva trasformato in pietra.

Il Mito di Medusa

Medusa viveva con le sue due sorelle, le temibili Gorgoni, vicino all’Oltretomba, nelle terre dell’Ovest. Tutti la evitavano, tranne Poseidone, il dio del mare, che se ne innamorò perdutamente e la sedusse proprio all’interno del tempio di Atena. Dalla loro unione nacquero il gigante Crisaore e il cavallo alato Pegaso.

Il Piano per Ucciderla

La mitologia ci racconta come il figlio di Zeus, l’eroico Perseo, fu incaricato dell’assassinio di Medusa. Per questo compito, ricevette numerosi doni: le Ninfe gli diedero sandali alati per raggiungere il luogo dove vivevano le Gorgoni, il dio Ade gli fornì un elmo che lo rendeva invisibile al loro sguardo e una bisaccia magica per conservare la testa di Medusa. Hermes infine gli consegnò una falce affilata e la dea Atena uno scudo in metallo che leggenda narra brillasse come uno specchio.

L’Uccisione di Medusa

Perseo volò allora verso la dimora delle Gorgoni. Le trovò tutte e tre addormentate. L’eroe, osservandole attraverso lo scudo specchiato per evitare di essere pietrificato dalla loro vista, si avvicinò silenziosamente e con la falce donata da Hermes , tagliò di netto la testa di Medusa. Dal corpo decapitato della mortale Gorgone nacquero immediatamente due esseri: il gigante Crisaore e il cavallo alato Pegaso, frutto dell’amore con Poseidone.

La Testa Decapitata di Medusa

Perseo mise subito  l’orribile testa nella bisaccia, indossò l’elmo che gli donava l’invisibilità e con i sandali delle Ninfe volò via immediatamente. Le Gorgoni, rendendosi conto dell’omicidio, si alzarono di scatto per inseguirlo e ucciderlo. Ma Perseo fissò la testa decapitata di Medusa proprio al centro del suo scudo in modo che i suoi inseguitori si trasformassero in pietra.

Damien Hirst: “The Severed Head of Medusa“, 2008, Malachite (Galleria Borghese,Roma, 2021)

Lo Sguardo che Trasforma i Nemici in Pietra

Lo sguardo di Medusa trasformava infatti in pietra chiunque lo guardasse. Questo sguardo pietrificante suscitava paura ed era infatti posto sugli scudi dei soldati greci, compreso quello del coraggioso Agamennone. Ovidio nell’ Iliade (Iliade (XI, 29-41)lo descrive così: 

E sollevò il suo ricco, valoroso scudo, che proteggeva un uomo su entrambi i lati, uno scudo bello, e intorno ad esso c’erano dieci cerchi di bronzo, e su di esso venti borchie di stagno, bianche e splendenti, e al centro di esse una di ciano scuro. E lì era posto come una corona la Gorgone, con un aspetto feroce, che guardava terribilmente, e intorno a lei c’erano Terrore e Fuga. Dallo scudo pendeva una bandoliera d’argento, e lì si attorcigliava un serpente di ciano, che aveva tre teste rivolte qua e là, che crescevano da un solo collo. 

Per questo motivo, la sua effigie era posta, anche presso i Romani, sugli scudi dei soldati. E non solo, anche sui muri, sulle armi e sulle loro tombe, come dimostrano varie incisioni dell’epoca.

Elemento superiore di stele funeraria, I secolo d.C, (marmo biancone, cm 38.5×87×30, provenienza: ignota), Palazzo Ducale Mantova

La Doppiezza di Medusa

Il Mito di Medusa incarna il concetto di doppiezza. È composto infatti  da elementi diversi e opposti: seducente e orribile, umana e bestiale, giovane e vecchia, maschile e femminile, celeste e infernale. C’è una riflessione del filosofo italiano Umberto Curi su Medusa e su Asclepio, il dio della Medicina. Umberto Curi ci racconta come, in tutte le rappresentazioni, Medusa appaia come una creatura doppia.

È tanto Seducente quanto Orribile. / È tanto Umana quanto Bestiale./ È tanto Giovane quanto Vecchia. / È tanto Maschile quanto Femminile./ È tanto Celeste quanto Infernale.

Questa doppiezza riflette la complessità della condizione umana e trova riscontro anche in altre figure mitologiche come Asclepio, il semidio della medicina.

Asclepio, rilievo votivo, frammento marmo pentelico, arte greca, secondo quarto del I sec. a.C. – Palazzo Ducale Mantova

La doppiezza di Asclepio

Asclepio, il semidio della Medicina, è anch’esso come Medusa, un personaggio doppio. È “doppio nato“: umano e divino. Come ci racconta Pindaro, egli nacque dal dio Apollo e dalla bella Coronide. La sua educazione avvenne ad opera del centauro Chirone, metà uomo e metà cavallo. Molti legami lo uniscono a Dioniso, il dio della contraddizione, che morì guardando la sua immagine allo specchio. Lo specchio è un altro elemento di doppiezza. Asclepio può dare vita o morte. Infatti, Apollodoro (Libro 3, capitolo 10, sezione 3) ci racconta:

Aveva ricevuto da Atena il sangue che era sgorgato dalle vene della Gorgone, e usava quello delle vene sinistre per uccidere gli uomini, quello delle vene destre per salvarli, e in questo modo poteva anche resuscitare i morti.  

E poiché può resuscitare i morti, è punito da Zeus con un fulmine forgiato dai Ciclopi. Questo perché la resurrezione sovverte l’ordine del mondo. Questa doppiezza, ci dice ancora Umberto Curi, non è la coesistenza degli opposti. Ma si riferisce a qualcosa che li connette entrambi. È l’indissolubilità tra vita e morte. Qualcosa che conosciamo bene e che si chiama condizione umana.

Perché Medusa nella Storia della Medicina?

La storia di Medusa e del suo sangue è profondamente legata alla storia stessa della Medicina. Il termine italiano “farmaco” deriva dal greco “Pharmakeus”, il veleno o la droga capace di “espellere” la malattia dal corpo. Nella tragedia Ione, Euripide ci racconta come la dea Atena doni a Erichthonio alcune gocce di sangue di Medusa. Questo sangue ha proprietà opposte: una goccia può uccidere, ma una goccia può anche curare le malattie. La stessa dicotomia che ancora oggi troviamo nei farmaci: un farmaco può essere curativo o velenoso. Ci vorranno secoli per comprendere il concetto di dose: dose terapeutica o dose letale.

La Medusa di Caravaggio

Nelle righe precedenti, abbiamo esaminato insieme il mito di Medusa sotto diversi aspetti. Mi piace concludere questo articolo con un’immagine che, a mio parere, racchiude in modo eccelso  la complessità di questa figura mitologica. Mi riferisco al famoso dipinto: “La Medusa” di Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio.

Caravaggio dipinse ad olio la figura di Medusa sulla superficie convessa di uno scudo cerimoniale. Fu presentato dal Cardinale del Monte, patrono e caro amico di Caravaggio, a Ferdinando I de’ Medici. La maestria del pittore fa percepire Medusa come se fosse disegnata su una superficie piatta, senza alcuna deformazione.

“Medusa”, Michelangelo Merisi detto Il Caravaggio, Galleria degli Uffizi, Firenze, 1595-1598

Se  la guardiamo la Medusa di Caravaggio, è tuttavia angosciante. Eppure le sue caratteristiche fisiche sono tipiche della bellezza. I serpenti presenti nei suoi capelli sembrano innocui, piuttosto decorativi. I suoi denti sono naturali nella forma e nel colore (non sono i classici denti da leone con cui veniva rappresentata in passato). Il suo volto è liscio e levigato. La sua lingua non è fuori dalla bocca. Eppure i suoi occhi sono fuori asse. Non guardano l’osservatore. La sua bocca è aperta, quasi per un ultimo grido, che si blocca in gola. Ciò che vede la sorprende e la spaventa.

Medusa, catturata nel Momento

La Medusa di Caravaggio è “catturata nel momento“. Quel sangue dalla testa decapitata lo conferma (è anche realistico, Caravaggio ha visto molte esecuzioni). È colta sul confine. Non solo tra la vita e la morte, ma in quel momento in cui capisce che non è solo “una”. Dove questo “una” può risalire a molteplici interpretazioni. In quel momento, capisce che la linea di demarcazione tra due stati non esiste, ma è un prodotto umano. Nel XX secolo, la Filosofia e la Filosofia della Scienza arriveranno a questo. Ma l’Arte ce lo aveva già spiegato molto tempo prima. Con il suo linguaggio: quello delle emozioni.

🙂 Amiche e amici di Enjoythescience.eu, le immagini qui sopra ⬆️ provengono direttamente dai post presenti sulla nostra pagina Instagram (@enjoythescience.eu). Siamo felici di condividerle anche qui!

💡 PS: Se invece cercate qualcosa qui sul sito, digitate la vostra parola sulla lente a destra nella Home.

Buona lettura!

Condividilo!