I La Tarte Tatin, un classico della pasticceria francese, ha una storia tanto dolce quanto curiosa. Si dice che sia stata creata per caso nel tardo XIX secolo, quando una delle sorelle Tatin, proprietarie di un piccolo hotel a Lamotte-Beuvron, dimenticò di inserire la pasta brisée sotto le mele. Per rimediare, aggiunse la pasta sopra e infornò il tutto, dando vita a un autentico capolavoro. Ma oltre alla leggenda culinaria, la Tarte Tatin è anche un perfetto esempio di chimica applicata. Al centro di tutto c’è il caramello, un prodotto della reazione di caramellizzazione che trasforma lo zucchero in una delizia ambrata e complessa.
La caramellizzazione: un’arte scientifica
La caramellizzazione è una reazione chimica che avviene quando gli zuccheri, come il saccarosio, il glucosio o il fruttosio, vengono riscaldati a temperature elevate, solitamente sopra i 160°C. Durante questo processo, gli zuccheri si decompongono e reagiscono tra loro, formando composti che donano al caramello il suo colore dorato e il sapore ricco, con note di tostato e leggermente amaro. Nel caso della Tarte Tatin, questa reazione avviene direttamente in padella, dove le mele vengono cotte con burro e zucchero. Il risultato è uno strato di mele caramellate che, una volta capovolto, diventa il cuore del dolce.
Curiosità scientifiche sulla Tarte Tatin
- La caramellizzazione inizia a 160°C, ma i composti più scuri e aromatici si formano intorno ai 180°C.
- Le mele più adatte per la Tarte Tatin sono le varietà con una polpa soda e leggermente acida, come le Granny Smith, che resistono alla cottura senza disfarsi.
- Il caramello, se troppo cotto, può raggiungere i 200°C, diventando amaro e difficile da lavorare.
La prossima volta che assaporerai una fetta di Tarte Tatin, pensa alla chimica e alla storia che si nascondono dietro ogni boccone. Un dolce non è mai “solo” un dolce, ma una piccola meraviglia scientifica!
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