Le api con il QR code

Negli ultimi anni, la tecnologia ha permesso scoperte sorprendenti nel mondo naturale. Un esempio straordinario è lo studio condotto da ricercatori della Penn State University, che ha utilizzato i QR code per monitorare il comportamento delle api. Questo innovativo approccio ha permesso di raccogliere dati maggiormente precisi sulla durata e sulla distanza dei viaggi di foraggiamento, rivoluzionando così la nostra comprensione di come le api interagiscano con l’ambiente circostante.

Le api e il monitoraggio digitale

Per raccogliere i dati necessari, i ricercatori hanno attaccato piccolissimi QR code sulle api in 6 apiari situati in Pennsylvania e New York. Ogni due settimane, venivano “taggate” circa 600 api giovani, per un totale di oltre 32.000 esemplari monitorati durante la stagione. Questo avanzato sistema di tracciamento ha permesso di monitorare in tempo reale quando le api uscivano e rientravano dai loro alveari.La tecnologia utilizzata si è mostrato essere anche poco costosa: meno di $1.500 per apiario, con sensori che funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7. I dati raccolti, come orario, direzione e temperatura, sono stati essenziali per studiare il comportamento di foraggiamento delle api e per capire meglio le distanze percorse.

Distanza e durata del viaggio di foraggiamento

Fino ad oggi, si pensava infatti che le api potessero volare fino a 10 km dalla loro colonia. Tuttavia, i dati raccolti con il sistema di monitoraggio hanno rivelato che la maggior parte di esse si limita a viaggiare entro 1 km. Solo una piccola percentuale di api trascorre più di due ore lontano dall’alveare. Questa scoperta potrebbe avere un impatto significativo sull’apicoltura biologica, poiché la distanza di foraggiamento più corta potrebbe ridurre la dimensione delle aree di sorveglianza raccomandate per la certificazione biologica.

L’importanza del “waggle dance” e il futuro della ricerca

I ricercatori hanno anche esaminato come le api comunichino la presenza di fonti di cibo attraverso il “waggle dance”, un comportamento che consente alle api di condividere informazioni sulla posizione delle risorse. Confrontando i dati del sistema di tracciamento con la “waggle dance”, i ricercatori sperano di decifrare meglio la relazione tra questa danza e la distanza percorsa. Progetti futuri includono inoltre l’integrazione del monitoraggio di altre api, come i fuchi e le regine, e l’insegnamento agli apicoltori su come replicare quanto fatto. Insomma, una cosa è chiara. Esiste ancora moltissimo da conoscere su questi splendidi insetti. 

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