L’abbigliamento dei Pellegrini

Labbigliamento dei pellegrini che praticavano il Cammino verso Santiago di Compostela non era solo una questione di praticità, ma rappresentava un legame profondo con la spiritualità e la devozione religiosa. Durante il Medioevo, il pellegrinaggio verso Santiago de Compostela era un viaggio fisico e spirituale, intrapreso con la convinzione che visitare luoghi sacri e venerare reliquie potesse migliorare la propria condizione spirituale e garantire la salvezza eterna. In questo contesto, l’abbigliamento dei pellegrini assumeva un significato simbolico e protettivo.

L’ Essenziale negli abiti e negli accessori

Il pellegrino medievale, preparandosi per il lungo viaggio verso la tomba di San Giacomo, indossava una schiavina, un lungo mantello senza maniche che offriva riparo dalle intemperie, proteggendolo dal freddo e dalla pioggia. Il cappello a tesa larga era essenziale per difendersi dal sole cocente e dalle piogge improvvise. Questi capi erano più che semplici vestiti: rappresentavano anche la protezione divina lungo un cammino spesso irto di pericoli.

Il bordone, un lungo bastone di legno, era un altro compagno indispensabile. Questo oggetto non solo aiutava i pellegrini a camminare su terreni accidentati, ma serviva anche come simbolo di sostegno spirituale e guida divina. La bisaccia, o scarsella, permetteva ai pellegrini di trasportare con sé provviste e oggetti essenziali, come una ciotola di cuoio o una lenza per pescare, strumenti utili per affrontare le difficoltà del viaggio.

La Conchiglia di San Giacomo

Un elemento distintivo dell’abbigliamento dei pellegrini era la conchiglia di San Giacomo, conosciuta anche come pecten o capasanta. Questa conchiglia, spesso appesa al collo o in evidenza in altre pparti del vestiario, non era solo un segno di riconoscimento tra i pellegrini, ma un simbolo di protezione contro i pericoli e un talismano di buona fortuna. Utilizzata anche come ciotola per bere durante il viaggio, la conchiglia rappresentava le buone opere e la carità, con le sue nervature che simboleggiavano le dita della mano sempre pronte a compiere gesti di misericordia.

Molti sono i pellegrinaggi

Nel Medioevo, il culto delle reliquie dei Santi era fortemente promosso dalla Chiesa, che vedeva nel pellegrinaggio un mezzo per rafforzare la fede e garantire la salvezza dell’anima. La scoperta del sepolcro di San Giacomo a Compostela, menzionato per la prima volta nel IX secolo, diede un impulso significativo ai pellegrinaggi verso questo luogo sacro. Il ritrovamento delle reliquie dei santi, in particolare di San Giacomo, stimolò una venerazione che attrasse migliaia di pellegrini da tutta l’Europa cristiana, desiderosi di ottenere la protezione del santo e di migliorare la propria condizione spirituale.

I pellegrini affrontavano il lungo viaggio con diverse motivazioni: molti intraprendevano il cammino come pellegrinaggio pro-voto, per sciogliere un voto fatto in cambio di una grazia ricevuta, come la liberazione da una malattia o la salvezza da un pericolo. Altri, impossibilitati a viaggiare personalmente, delegavano ad amici o conoscenti fidati  il pellegrinaggio, pratica conosciuta come pellegrinaggio ex mandatu. Questa era comune tra le classi nobili, che incaricavano persone fidate di compiere il cammino per loro conto.

Vi erano anche i pellegrinaggi penitenziali, imposti come espiazione per gravi peccati. Questi pellegrinaggi, spesso prescritti da autorità ecclesiastiche o civili, erano una forma di penitenza pubblica, con i pellegrini che ricevevano un certificato attestante l’annullamento della pena dopo aver completato il viaggio. Infine, vi erano i pellegrinaggi politici e tradizionali, che combinavano devozione religiosa con interessi politici o l’osservanza di tradizioni familiari.

La Centralità di Aulla e il Percorso del Pellegrino

Aulla e la sua abbazia giocavano un ruolo cruciale come nodo viario lungo la Via Francigena. Le monete rinvenute in quest’area, tra cui danari veneziani e monete transalpine, testimoniano il passaggio di pellegrini (fra cui molti recanti il pecten del pellegrino iacobeo) provenienti da diverse regioni europee, confermando come Aulla sia stato  un luogo di sosta obbligato per chi si dirigeva verso Roma .

Bisogna infatti ricordare come il  pellegrinaggio verso Santiago non era solo un viaggio di devozione personale, ma anche un’importante esperienza comunitaria e culturale, in cui il pellegrino si confrontava con le diversità linguistiche e culturali dei territori attraversati. Questo scambio arricchiva spiritualmente e culturalmente i viaggiatori del tempo, rafforzando il senso di appartenenza a una comunità di fede che trascendeva i confini nazionali.

In conclusione, l’abbigliamento dei pellegrini del Cammino di Santiago non era solo una questione di sopravvivenza, ma anche un simbolo tangibile del loro cammino di fede. Ogni elemento, dalla schiavina al bordone, dalla conchiglia alla bisaccia, parlava di un viaggio interiore verso la redenzione e la salvezza, in un’epoca in cui la fede permeava ogni aspetto della vita quotidiana.

Per maggiori informazioni, vi suggeriamo il seguente testo: Dr.ssa Francesca Vitetta – “Arte e Archeologia in Cammino: l’identità del pellegrino jacobeo nel Medioevo” – 2021

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